L’importanza della diagnosi precoce di parodontite
Rilevare la parodontite e trattarla per tempo può ridurre significativamente le complicanze del paziente diabetico. Sono ormai numerose le evidenze scientifiche che hanno constatato il legame gengive-diabete. Perché si forma questo legame? Quando è presente parodontite i batteri nocivi del cavo orale possono raggiungere numerosi organi del corpo innescando infiammazione. Nel caso del diabete i radicali liberi e citochine aumentano ulteriormente lo stato infiammatorio agendo anche a livello dei tessuti parodontali. Il ruolo dell’odontoiatra diventa quindi centrale: non solo perché interviene nella gestione dell’infiammazione proponendo una corretta terapia parodontale e aiutando i pazienti diabetici a mantenere sotto controllo i livelli glicemici, ma anche perché può consigliare una valutazione di rischio diabete ai pazienti che non sanno di correrlo, così da prevenire e monitorare un eventuale sviluppo della malattia parodontale.
Alcuni campanelli d’allarme:
• Gengive rosse, gonfie, che sanguinano e che tendono a ritirarsi,
• Ascessi gengivali e/o perdita di denti,
• Bocca secca,
• Infezioni dovute ad un maggiore sviluppo di batteri e funghi (in particolare del genere Candida),
• Alitosi persistente o sapore sgradevole in bocca.
Nel caso si riscontri uno dei sintomi sopra riportati è consigliato il confronto con il dentista e l’attenzione ad ulteriori segnali:
• Urinare molto di frequente durante il giorno o la notte,
• Sentirsi eccessivamente assetato o affamato,
• Eccessiva e repentina perdita di peso senza alcun particolare motivo,
• Sentirsi più stanco o irritabile del solito,
• Vista offuscata,
• In caso di ferite, le stesse impiegano più tempo a guarire.