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Chi soffre di apnee ostruttive del sonno ha una probabilità maggiore (da 3,5 a 8 volte) di rischio di incidente stradale rispetto a chi non ne soffre.

Sempre conseguenze dell’OSAS sono la sonnolenza diurna e i disturbi di concentrazione e attenzione che negli ultimi anni hanno assunto notevole rilievo in medicina del lavoro, per il rilascio dell’idoneità e lo svolgimento di alcune mansioni.

A sottolineare la rilevanza anche sociale dell’Osas è Antonella Polimeni, Ordinario all’Università “La Sapienza”, Direttore del Dipartimento Testa Collo del Policlinico Umberto I di Roma che definisce l’OSAS come una patologia ad approccio multidisciplinare che coinvolge, oltre alla medicina del sonno, la pneumologia, la cardiologia, l’otorinolaringologia, la chirurgia maxillo-facciale e l’odontoiatria.

La figura dell’odontoiatra risulta centrale “per via delle visite di controllo periodiche dei pazienti, perché hanno la possibilità di intercettare precocemente i segni e sintomi dell’Osas” spiega Polimeni, tanto che “sono definiti nelle Linee Guida “sentinelle epidemiologiche”.

“Se esiste l’indicazione nell’adulto” prosegue Polimeni “l’odontoiatra può provvedere all’applicazione di un dispositivo ortodontico di avanzamento mandibolare (Mad)”. I Mad, spiega Polimeni, agiscono “mantenendo la pervietà delle vie aeree posteriori alla lingua, spostando in avanti e/o mantenendo chiusa la mandibola e aumentando la dimensione verticale occlusale.

Quando il dispositivo viene consegnato al paziente deve essere accompagnato dalle istruzioni necessarie al suo utilizzo affinchè risulti il più confortevole possibile durante la notte.