Confermo quanto emerge da questo articolo: l’attenzione e l’educazione all’igiene orale in generale, e nei bambini in particolare, è ancora molto carente in Italia.
Anche l’impegno ad un’adeguata formazione delle diverse categorie del personale sanitario che lavora a diretto contatto con le famiglie e con bambini o ragazzi non è sufficiente. Soltanto poche città si sono attivate per un’approfondita formazione dei pediatri, i quali, sensibilizzati alla necessità della prevenzione orale, diventano il primo canale di stimolo che induce le famiglie ad eseguire regolari controlli odontoiatrici.
La prima visita è sicuramente consigliabile entro i 4 anni di età, ma lo spazzolamento dei denti, inizialmente proposto in forma giocosa, deve cominciare dalla loro prima comparsa in arcata, e proseguire regolarmente per 3 volte al giorno.
Fondamentale è il ruolo degli odontoiatri pedodonzisti (specializzati nella cura dentale pediatrica) nell’istruire bambini e genitori ad una corretta e regolare igiene orale. Altrettanto importante sarebbe introdurre nelle scuole (a partire dalla scuola materna) l’abitudine alla pulizia dentale dopo i pasti: tuttavia, sia in ambito pubblico che privato, ci si scontra con una disattenzione delle istituzioni e talvolta con una vera e propria resistenza che tende ad autogiustificarsi con la preoccupazione per la praticità di gestione.
Le istituzioni scolastiche, probabilmente per pigrizia, rifiutano spesso anche la possibilità di un’adeguata informazione offerta gratuitamente dalla nostra categoria.
Educare ad una corretta igiene orale e alla cultura della prevenzione, è un passo sociale estremamente importante, un impegno che deve essere preso a vari livelli, dalle differenti agenzie formative (famiglia, scuola, odontoiatra): è dimostrato infatti che una prevenzione precoce riduce in modo drastico non soltanto l’incidenza della carie, ma di tutte le patologie del cavo orale.
L’artico è stato pubblicato su Repubblica.it il 17 maggio 11 con il titolo “Italiani troppe carie”.