Cos’è l’Osteoporosi
L’Osteoporosi è una malattia che colpisce l’apparato scheletrico ed è caratterizzata da una riduzione della densità minerale. A causa della maggiore fragilità le ossa possono fratturarsi più facilmente e rimarginarsi con più fatica. Il termine Osteoporosi significa osso poroso proprio perché l’osso appare internamente più poroso a causa della progressiva rarefazione della sua struttura. È una malattia più comune tra le donne che tra gli uomini: si stima infatti che in Italia oltre 3,5 milioni di malati siano donne contro 1 milione di uomini.
I diversi tipi della malattia: i segni rivelatori
È possibile riconoscere diversi tipi di malattia con le seguenti caratteristiche: l’Osteoporosi dopo la menopausa, causata dal calo di estrogeni durante la menopausa, che colpisce dal 5 al 29% delle donne e interessa soprattutto l’anca e le vertebre; quella senile, dovuta all’età avanzata, che colpisce sia uomini che donne e che interessa soprattutto femore e bacino; quella secondaria causata da altre patologie croniche come terapie per fumatori, malattie reumatiche, malattie endocrine.
Come si sviluppa la malattia? Lo scheletro è formato da ossa che si rimodellano alternando continuamente il cosiddetto riassorbimento osseo e la deposizione ossea. In giovane età la fase di deposizione ossea supera di gran lunga la fase di rimozione. Superati i 20 anni questa attività comincia a ridursi progressivamente, fino a divenire, all’età di 30 anni, uguale all’attività di riassorbimento osseo. A questo punto si crea una sorta di equilibrio. Da anziani l’equilibrio tra deposizione ossea e riassorbimento osseo viene a mancare e la causa del maggiore riassorbimento osseo consiste in una riduzione della densità e della resistenza delle ossa che diventano più leggere e fragili.
Come trattare l’Osteoporosi
Esistono diversi trattamenti farmacologici che riducono il rischio di fratture e che possono limitare il processo di riassorbimento osseo. Il trattamento può variare a seconda di età, sesso, e stile di vita condotto. Le azioni svolte dai farmaci permettono di rallentare l’aggravarsi della malattia sviluppando questo tipo di azioni:
- limitando le perdite di calcio
- rinforzando l’osso a livello strutturale
- riducendo il rischio di traumi
Oltre all’assunzione di farmaci è opportuna una buona prevenzione che richiede in primis l’assunzione di buone abitudini a partire dall’adolescenza. È possibile allontanare il rischio di questo deperimento osseo prima di tutto conducendo una vita sana, con un’alimentazione equilibrata e attività fisica.
In particolar modo si può prevenire la fragilità delle ossa grazie a:
Una dieta ricca di frutta e verdura, latte, yogurt, formaggi (alimenti arricchiti di calcio) e ricca di vitamina D
- Alla limitazione dell’assunzione di sale
- Al bere acque minerali ricche di calcio
- All’esposizione quotidiana al sole per almeno 10 minuti
- Allo svolgimento di attività fisica regolare per rinforzare i muscoli, migliorare l’agilità, la postura e l’equilibrio
- Al mantenimento di un profilo non-fumatore
- Alla moderazione dell’assunzione di bevande alcoliche
Osteoporosi e terapia implantoprotesica
Il rischio di sviluppare necrosi ossee mascellari e mandibolari associato alla chirurgia implantare, pur molto basso, è presente nei pazienti in terapia con bifosfonati per via orale e/o intramuscolo utilizzati per trattare l’osteoporosi.
Sono questi i risultati di uno studio clinico che ha coinvolto 20 donne con osteoporosi e in terapia con bifosfonati orali e/o intramuscolo che si sono sottoposte a terapia implantoprotesica a carico immediato. Nessuno dei 58 impianti ha avuto problemi dopo il posizionamento della protesi fissa definitiva durante il follow up a 24 mesi.
Cosa sono i bifosfonati?
Sono farmaci che si legano ad alcune cellule dell’osso inibendone il riassorbimento. Vengono utilizzati per molte patologie come ad esempio l’osteoporosi, nonché per contrastare gli effetti di riduzione ossea dovuti a trattamenti con cortisone. I bifosfonati si sono dimostrati efficaci nella malattia oncologica.
Perché è buona prassi segnalare sempre al proprio dentista quando vengono assunti questa tipologia di farmaci? Perché è stato osservato che i bifosfonati possono avere un ruolo importante nel fallimento implantare e nella chirurgia estrattiva e parodontale ed è quindi sempre buona norma che i pazienti siano ben informati riguardo l’importanza dei controlli periodici dal dentista e dell’igiene orale professionale ogni 4-6 mesi onde prevenire le patologie odontoiatriche e che effettuino un controllo dei denti come solitamente viene consigliato, prima di iniziare una terapia con i bifosfonati.