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Anamnesi sempre più dettagliate e attenzione agli stili di vita e alla politerapia farmacologica. Sono questi solo alcuni dei cambiamenti dell’odontoiatria di oggi, dove la cura del paziente anziano diventa una parte significativa della professione.

A sostenerlo è Ira Lamster della Columbia University in un editoriale pubblicato sulla rivista Periodontology 2000 che ha dedicato un intero numero all’odontoiatria geriatrica.

Ma cos’è cambiato rispetto al passato? Sicuramente la prospettiva di vita si è allungata, ma anche la maggiore attenzione alla prevenzione e l’approccio conservativo hanno aumentato il numero di persone che mantengono i denti naturali per tutta la vita ma che hanno di conseguenza maggiore necessità di cure odontoiatriche.

L’odontoiatra oggi deve sapere che i pazienti anziani sono spesso affetti da cronicità  e assumono una grande quantità di farmaci che, interagendo tra di loro, producono una complessa serie di affetti avversi. Il più comune è la xerostomia, ovvero una riduzione del flusso salivare, che può comportare conseguenze negative sulla salute orale.

«Un approccio odontoiatrico appropriato per un paziente anziano – sostiene Ira Lamster – deve comprendere un’esauriente storia clinica, la valutazione dello stato di salute e dei fattori di rischio per patologie orali e una comunicazione con gli altri professionisti sanitari che hanno in cura il paziente. Questo richiederà a dentisti e igienisti dentali di modificare le modalità con cui affrontano oggi il proprio lavoro e anche le tempistiche di una visita odontoiatrica, in cui dovranno trovare posto le valutazioni della salute del paziente, la pianificazione dei trattamenti, la comunicazione con il paziente e con gli altri professionisti».