Sei denti colonizzati dai batteri della placca sono sufficienti per mettere a rischio la salute generale. A sostenerlo gli esperti della Società Italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) sottolineando che una bocca sana è uno scudo contro malattie cardiovascolari e diabete.
Nel 100% delle placche ateromatose che possono dare origine a infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi – afferma Claudio Gatti, presidente Sidp – Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto di quello dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi e se si sono persi denti la probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima”.
Ma i batteri del cavo orale come possono raggiungere gli organi del nostro corpo? Attraverso la circolazione innescando reazioni infiammatorie localizzate.
Gli italiani che soffrono di parodontite grave sono ben 8 milioni e a questi si aggiungono altri 12 milioni con segni di infiammazione gengivale. Secondo un’indagine Sidp quattro persone su dieci, di fronte a gengive dolenti, arrossate, infiammate o che sanguinano non chiedono aiuto ad dentista ma preferiscono il fai date con il rischio che la malattia si aggravi ulteriormente.
“Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l’abbandono del fumo, controlli periodici e sedute professionali di igiene” raccomanda Gatti “è necessario che tutti sappiano di dover andare dal dentista se c’è un sanguinamento gengivale”.