Contattaci

FAQ

Home / FAQ

Domande frequenti sull’implantologia

Perché si parla di Implantologia a Carico Immediato?

Perché è possibile inserire capsule fisse, provvisorie o definitive entro 36-48 ore dall’intervento in cui si posizionano gli impianti.

È necessario uno studio preliminare rispetto all’intervento?

Certamente. Ogni caso viene studiato per valutare la quantità e qualità ossea a disposizione, con un esame radiografico volumetrico del paziente per valutarne il tessuto osseo; quindi con una previsione sulla tipologia, posizione e numero di impianti da utilizzare si può definire anche il tipo di riabilitazione protesica.

Dopo il posizionamento degli impianti quale attesa prevede l’Implantologia tradizionale?

L’attesa oscilla fra i 2-3 mesi per gli impianti in mandibola e 5-6 mesi per impianti in mascella, tempo sufficiente per favorire la guarigione ossea intorno all’impianto e il posizionamento della protesi sugli impianti.

Cosa si intende per Implantologia a carico differito?

Quando il carico avviene dopo il periodo di guarigione: gli impianti vengono connessi agli abutments, perni sui quali verranno cementate o avvitate le corone di porcellana.

Quanto dura un impianto dentale?

La durata di un impianto ormai può attestarsi in media sui 10/15 anni in più del 95% dei casi.

Come far durare un impianto più a lungo nel tempo?

Prima di tutto da parte del paziente rivolgendosi a un centro altamente specializzato, come Centro Medico Vesalio; quindi osservando le buone regole di igiene domiciliare (lavare i denti almeno 2 volte al giorno, usare il filo interdentale ed eventuale scovolino, cambiare lo spazzolino ogni 3 mesi); infine sottoponendosi a sedute di pulizia dentale professionale con cadenza regolare (ogni 6 mesi).

Cosa si intende per Implantologia All on Four e All on Six?

È una tecnica implantologica che permette allo specialista di inserire da quattro a sei impianti in una sola volta, assiali e inclinati in modo da sfruttare al meglio le quantità e qualità ossea.

Qual è il vantaggio principale per il paziente?

Il vantaggio è quello di ottenere una completa arcata dentale in un solo intervento, consentendogli di ottenere rapidamente denti fissi simili ai naturali. Viene inoltre ridotto al minimo il disagio post operatorio.

Quando sono consigliati gli impianti All on Four e All on Six?

Quanto il paziente ha almeno una arcata priva di denti (paziente edentulo) o quando ha denti irrimediabilmente compromessi e la quantità ossea è insufficiente per un’implantologia tradizionale.

Cosa si intende per Implantologia transmucosa o flapless e quali vantaggi può avere per il paziente?

È una metodica che non richiede l’incisione della gengiva e perciò si pratica senza bisturi ne’ sutura, minimizzando lo scollamento dei lembi gengivali. L’inserimento degli impianti avviene grazie a guide (sorta di mascherine) ottenute da una analisi computerizzata che favoriscono il corretto posizionamento implantare. Il tessuto vascolare rimane intatto riducendo il fastidio post chirurgico per il paziente.

Cosa succede se lo specialista trova nel paziente una totale assenza di osso?

In questo caso sarà necessario ricostruirlo mediante l’inserimento di materiale sostitutivo che compensi la mancanza di osso mascellare. Questo materiale può essere biomateriale, ossia completamente biocompatibile, sicuro e idoneo per l’osso; oppure osso autologo, vale a dire prelevabile dall’interno del cavo orale dello stesso paziente, o un mix di entrambi.

Perché lo specialista può trovarsi di fronte a una quantità di osso insufficiente?

Può accadere in caso di Piorrea, granuloma, trauma e per il riassorbimento in seguito alla perdita dei denti.

La ricostruzione o rigenerazione ossea deve sempre essere eseguita prima dell’inserimento dell’impianto?

Non necessariamente. Può anche essere eseguita contemporaneamente all’inserimento dell’impianto nel caso in cui la quantità di osso preesistente sia comunque sufficiente a dare stabilità all’impianto. Nel caso in cui la quantità di osso preesistente sia troppo ridotta andrà invece eseguito un primo intervento di ricostruzione e solo a distanza di 4-6 mesi si procederà al posizionamento dell’impianto.

La ricostruzione ossea è sicura?

Certamente, perchè le tecniche ormai standardizzate di rigenerazione ossea prevedono l’uso di osso autologo cioè prelevato allo stesso paziente, generalmente dalla mandibola o dalla mascella, o di biomateriale compatibile scientificamente dimostrato. I materiali sono quindi idonei senza alcun rischio di rigetto.

Quali complicanze possono manifestarsi in un intervento di Implantologia?

Alcune complicanze possono essere frattura dell’osso, mancata stabilità primaria dell’impianto, sanguinamento, infezione.

Quali sono le patologie che mettono a rischio la riuscita dell’intervento?

Il rischio di insuccesso è più elevato in pazienti fumatori perché il fumo può generare complicanze nella circolazione sanguigna periferica e quindi interferire nei processi di osteointegrazione, e la nicotina influire negativamente in modo diretto sull’osteointegrazione; in pazienti con diabete, sempre per complicanze circolatorie; in pazienti che assumono determinati farmaci come i biofosfonati per la cura dell’Osteoporosi.

Domande frequenti sull’ortodonzia

Cosa si intende per malocclusione?

Si è in presenza di malocclusione quando i denti dell’arcata superiore non sono allineati con quelli dell’arcata inferiore. La malocclusione dentale è un rapporto anomalo tra i denti della mascella e quelli della mandibola.

Si possono prevenire le malocclusioni?

Nel periodo di formazione della dentatura – da quella decidua (da latte) a quella permanente – correggere sin da subito le abitudini viziate (es: succhiamento del dito, del ciuccio, uso del biberon, interposizione linguale) perché interferiscono con la corretta disposizione dei denti all’interno di ogni arcata e con la formazione di un buon ingranaggio occlusale oltre che di un corretto sviluppo scheletrico, è utile come pure correggere già in presenza dei denti decidui le irregolarità occlusali.

Quali sono le patologie conseguenti più diffuse?

Oltre ai problemi circoscritti ai denti, carie, malattia parodontale (piorrea) e disturbi digestivi, può dare anche problemi articolari (a livello dell’articolazione temporo-mandibolare ATM) con cervicalgie, cefalee, acufeni, disturbi alla vista e disturbi posturali.

Quali sono gli obiettivi di un trattamento ortodontico?

Il raggiungimento di un buon allineamento dentale e un corretto rapporto tra le arcate.

Quali comportamenti il paziente deve attuare per il successo della terapia?

Collaborare, presentarsi agli appuntamenti stabiliti; mantenere una corretta igiene domiciliare; indossare l’apparecchio attenendosi alle istruzioni dello specialista; comunicare tempestivamente eventuali variazioni nell’assetto dell’apparecchio come ad esempio il distacco di attacchi; evitare cibi duri, appiccicosi, zuccherini; seguire anche la fase di contenzione/mantenimento a fine cura.

Cosa si intende per fase di contenzione?

Si intende il mantenimento dei risultati del trattamento ortodontico in modo da preservare l’allineamento dei denti. Dopo la terapia ortodontica i denti hanno la tendenza soprattutto nel primo periodo a tornare indietro nei movimenti, perciò è necessario stabilizzare il risultato con una terapia di contenzione con apparecchi rimovibili o fissi. Il protocollo della contenzione cambia da paziente a paziente ed è definito con il Piano di terapia. L’Ortodontista ha il compito di stabilire per quanto tempo il paziente dovrà portare l’apparecchio contenitivo.

Quali sono i rischi più comuni durante la terapia ortodontica?

In alcuni casi può avvenire un accorciamento della lunghezza delle radici di uno o più denti. Questo riassorbimento della radice non ha generalmente conseguenze importanti per la funzione e la vitalità dei denti e si interrompe con l’interruzione del movimento ortodontico. Più comuni sono carie e malattie delle gengive, quando il paziente ha una insufficiente igiene orale.

Gli apparecchi ortodontici sono tutti uguali?

No si distinguono in fissi e mobili. I primi si incollano o si cementano ai denti, i secondi li applica e rimuove il paziente. Quello che va compreso è che l’apparecchio, per l’ortodontista, è uno strumento per raggiungere un fine, che in parte è predefinito da modelli ideali di riferimento e in parte va programmato in base alle effettive necessità ed esigenze personali del paziente.

Quando si pratica sport è possibile utilizzare tutti i tipi di apparecchi?

Non è possibile utilizzare tutti i tipi di apparecchi per cui va informato lo specialista sullo sport praticato.

Qual è il momento migliore per iniziare un trattamento di ortodonzia nel bambino?

È variabile, spesso dipende dal tipo e dalla gravità della malocclusione. Si tende a trattare precocemente – verso i 5-8 anni di età – le malocclusioni in cui si rileva un problema scheletrico che può complicarsi con la crescita e successivamente 11-13 anni.

A quale età insorgono i problemi di malocclusione?

A qualsiasi età. Si possono evidenziare già con i denti decidui (da latte) ed in alcuni casi si devono trattare molto precocemente onde evitare che le malocclusioni dentali si trasformino in malocclusioni scheletriche, tali da richiedere oltre all’ortodonzia anche la chirurgia. Si possono manifestare durante l’adolescenza, ma anche in età adulta dopo la perdita dei primi elementi definitivi o per abitudini viziate.

L’apparecchio ortodontico può causare carie?

Seguendo le indicazioni dell’ortodontista e dell’igienista sulla corretta igiene non c’è alcun pericolo né di carie né d’infiammazioni gengivali. Talvolta in presenza di bambini o adolescenti poco collaboranti sull’igiene si preferisce differire di qualche mese la cura ortodontica sino a quando, con lezioni di insegnamento, non si sia raggiunta una rassicurante igiene domiciliare.

Anche l’adulto può sottoporsi al trattamento ortodontico?

È possibile allineare i denti a qualunque età e in qualsiasi condizione, in assenza di patologie acute nei tessuti di sostegno osseo-gengivali.

Durante il trattamento ortodontico devo evitare alcuni cibi o abitudini?

Si consiglia di ridurre l’assunzione di cibi e bevande dolci: i cibi a base di zuccheri e amidi generano una placca batterica adesiva e molto acida, che può causare la carie e favorire la malattia parodontale. Nel corso del trattamento è buona regola tagliare a piccoli pezzi i cibi duri come le carote e le mele; i dolci duri o appiccicosi possono danneggiare i fili e staccare i brackets. È anche il caso di evitare cibi particolarmente duri e croccanti, le gomme da masticare e le caramelle dure e gommose che possono staccare l’apparecchio dai denti.

Come faccio a sapere se ho bisogno di un trattamento ortodontico?

Spazi e fessure, rotazioni, inclinazioni oppure affollamenti tra i denti sono segnali di allarme che possono significare che si ha bisogno di ortodonzia. Qualche volta i segnali non sono evidenti: il combaciamento sbagliato o il consumo anormale dei denti può causare dolore alle articolazioni della mandibola ed instabilità del morso. La cattiva chiusura può portare a mal di testa, dolori cervicali alle spalle e alle orecchie e può causare vertigini o disturbi posturali (Sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare), oltre a problemi parodontali (piorrea) e conservativi (carie).

É possibile montare l’apparecchio ortodontico su una corona?

Sì. Un dente munito di corona si muove proprio come un semplice dente. Si utilizzano anche le corone sugli impianti per il miglior ancoraggio ortodontico ma in tal caso gli impianti non si spostano.

Gli impianti si possono muovere con gli apparecchi?

No. A differenza dei denti non hanno il legamento parodontale, sono rigidi nell’osso.

Come funziona l’apparecchio ortodontico linguale?

Un tipo di apparecchio ortodontico efficace e innovativo è quello linguale, che permette di correggere le malocclusioni ed è invisibile, perché viene posizionato sulla superficie interna dei denti. L’apparecchio linguale che utilizziamo viene costruito individualmente con sistema computerizzato, dopo impronta di precisione (scansione), in modo da riuscire a miniaturizzarlo a vantaggio di dimensioni estremamente ridotte, comfort ed efficacia terapeutica.

Le cure possono essere eseguite con qualsiasi tecnica (esterna, linguale, Invisalign)?

Molte cure possono essere effettuate con qualsiasi tecnica ma non tutte: vi sono movimenti che alcune tecniche non sono in grado di fare, sarà l’ortodontista a indicare la tecnica più efficace per la cura.

Vi sono metodiche che permettono di accelerare i tempi di cura?

La tecnica della piezochirurgia è una microchirurgia ad ultrasuoni che accelera del 30-40% i tempi tecnici di cura e che soprattutto permette la cura di malocclusioni che altrimenti non potrebbero essere risolte solo con l’ortodonzia o addirittura permette terapie non altrimenti effettuabili; questa metodica viene frequentemente utilizzata nei pazienti adulti.

In presenza della malattia parodontale si può effettuare una cura ortodontica?

Sì se la malattia è stata trattata e quindi non è in fase attiva.

Se si sono persi dei denti si può ugualmente effettuare la terapia ortodontica?

Sì e spesso la si esegue proprio negli adulti prima di effettuare gli impianti onde riposizionare correttamente i denti nella loro posizione.

Perché ci sono malocclusioni che per la loro soluzione richiedono anche la chirurgia oltre all’ortodonzia?

Perché queste sono malocclusioni non solo dentali ma anche scheletriche, poiché i mascellari non sono cresciuti in modo armonico e per questo motivo devono venire corrette mediante la chirurgia.

Che cos’è il bruxismo o digrignamento dentale?

Il bruxismo è una para funzione caratterizzata da un serramento e scivolamento dei denti tra di loro. Spesso rumoroso e notturno, esiste anche nella forma diurna. Il serramento dentario non presenta scivolamento associato. Interessa circa il 10% della popolazione e riconosce diverse cause, come le malocclusioni dentarie, i disturbi muscolari o neurologici, le situazioni di stress e di tensione emotiva e le alterazioni nello sviluppo scheletrico dei mascellari.

Scopri perchè l’Ortodonzia è importante.
Ritrova un sorriso senza preoccupazioni

Scopri di più

Domande frequenti sulla parodontologia

Perché le gengive sanguinano?

Sanguinano per un processo infiammatorio che se è marginale si definisce gengivite, ma se non viene risolta porta alla parodontite (piorrea). Quest’ultima, se non trattata, porta alla perdita dei denti per il riassorbimento osseo.

In cosa consiste la Parodontite?

La malattia parodontale interessa le gengive e i tessuti di supporto del dente. Può essere caratterizzata da sanguinamento gengivale, dolore, gonfiore e crescente mobilità con eventuale perdita dei denti. Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso lento, progressivo e asintomatico che può sfuggire anche ai controlli professionali, se superficiali, e che si manifesta solo in fase avanzata tardiva quando la perdita del supporto degli elementi dentari è molto grave.

Può accompagnarsi ad altre patologie?

Certamente, molte volte può anche accompagnarsi ad altre patologie come ad esempio il diabete e l’ipertensione, per le quali sono più frequentemente colpiti i fumatori. Grazie alle moderne tecniche terapeutiche in campo odontoiatrico e ad un controllo molto frequente accompagnato da sedute d’igiene è possibile curare e arrestare la malattia. La principale terapia della malattia parodontale è l’ablazione del tartaro ed il curettage per i casi lievi mentre la chirurgia con interventi a lembo e rigenerazione ossea è necessaria nei casi più gravi.

Come contrastare la Parodontite se le tecniche non chirurgiche non bastano?

Qualora la morfologia dei difetti creati dalla malattia paradontale renda impossibile bloccare la progressione della malattia con tecniche non chirurgiche (igiene, curetaggio o skaling, etc..) è indicato un approccio chirurgico: durante la seduta operatoria i difetti ossei verranno ripuliti, l’osso rimodellato e, laddove necessario e possibile, anche rigenerato; un’ottima igiene ed i controlli frequenti sono condizioni basilari per poter affrontare con successo questa malattia.

Quali sono le cause che fanno muovere i denti?

Molte sono le cause che possono dare mobilità dei denti: manifestazione di parodontosi a livello delle gengive ad esempio come anche di un’infezione intorno al dente. Si può avere mobilità anche nei casi di sofferenza del legamento alveolo-dentario dovuto a sovraccarico occlusale, per un incongruo rapporto tra le arcate dentarie e nelle malocclusioni dentarie. La perdita di alcuni elementi dentari non compensata sovraccarica i rimanenti elementi che possono iniziare a muoversi.

Cos’è un allungamento di corona?

È un intervento chirurgico che viene effettuato ambulatorialmente per il recupero di struttura dentale sana qualora fratture e carie abbiano messo a rischio la possibilità di recupero del dente. Intervenendo su gengive ed osso si creeranno le condizioni per ricostruire il dente. Il recupero avviene spostando la gengiva a livello più apicale (verso la radice) così da esporre tutto il perimetro sano del dente ove la ricostruzione ed eventualmente la capsula possa ancorarsi.

A cosa è dovuta la sensibilità dentale?

La sensibilità varia da persona a persona ma le cause principali sono le erosioni cervicali alla base delle radici; le retrazioni gengivali; l’ipersensibilità conseguente a terapie conservative o protesiche. L’uso di dentifrici o colluttori specifici associato ad applicazioni di vernici desensibilizzanti in studio può ridurre sino ad eliminare il problema. In altri casi si può ricorrere a terapie più complesse: dalla rigenerazione guidata con l’ausilio di membrane agli innesti connettivali o sostitutivi del tessuto connettivo, o l’eventuale devitalizzazione degli elementi dentari sensibili.

La gravidanza può rovinare i denti?

Durante il periodo della gravidanza è molto frequente un arrossamento, gonfiore ed anche sanguinamento delle gengive per le modifiche ormonali in grado di alterare le caratteristiche salivari, riducendo la naturale autodetersione e favorendo conseguentemente l’infiammazione gengivale e la formazione di carie. Ecco perché sono importanti i controlli accompagnati dalle sedute di igiene durante la gravidanza ed anche prima di programmarla.

Si può curare la piorrea con il laser?

La terapia della malattia parodontale è ormai definita e standardizzata da molto tempo con migliaia di pubblicazioni scientifiche che hanno dimostrato come alla base del successo terapeutico ci sia la rimozione professionale meccanica di placca e tartaro dalle tasche parodontali. Anche il laser può essere d’ausilio per la sua capacità sterilizzante e lo utilizziamo solo per questo, ma assolutamente non può sostituirsi alle terapie tradizionali non chirurgiche o chirurgiche (rigenerative o resettive). Il trattamento con il laser può anzi aggravare la situazione mascherando la gravità della malattia, ritardando la terapia indispensabile e idonea alla cura della malattia parodontale.

La piorrea è contagiosa?

La piorrea è una malattia multifattoriale che ha familiarità, non ereditaria e non contagiosa. Si può trasmettere la predisposizione alla malattia parodontale (piorrea).

La prevenzione in odontoiatria è importante. Chiama lo 049/ 723413 oppure scrivi a info@centromedicovesalio.it. Il nostro centro medico è altamente specializzato nella cura della malattia parodontale ed è in grado di studiare una soluzione su misura per ogni paziente.

Domande frequenti sulla conservativa

Cos’è la carie?

È un processo distruttivo del dente provocato dai batteri cariogeni della placca batterica.

Che cos’è la placca batterica?

È l’insieme dei batteri non patogeni normalmente presenti nella bocca, che si depositano sulla superficie dei denti, dove si riproducono e si organizzano, liberando gli acidi responsabili della demineralizzazione dello smalto e quindi della carie, utilizzando come fonte d’energia i prodotti del metabolismo degli alimenti.

Quando e perché la carie fa male?

Dalla superficie dello smalto, estendendosi in profondità, il processo carioso raggiunge la dentina. In questo stadio il dente a contatto con il freddo e con i cibi acidi o zuccherati può far male. Quando la carie raggiunge la polpa, procedendo ulteriormente in profondità, il dolore può essere spontaneo, soprattutto di notte o in posizione sdraiata. Il dente fa male anche alla pressione e al contatto con cibi caldi. A volte le carie si evidenziano occasionalmente durante la visita professionale, durante i controlli radiologici che permettono di evidenziare anche le più piccole in fase iniziale – non visibili con una semplice visita – così da intervenire precocemente nella cura a salvaguardia dell’elemento dentario. Possono talvolta avere un decorso asintomatico.

Perché sono importanti le visite di prevenzione?

Perché nel corso di un controllo il dentista può evidenziare la presenza anche di processi cariosi di lieve entità (pertanto ancora asintomatici) e consigliarne la cura. Egli inoltre, personalmente o con la collaborazione dell’igienista (figura professionale importante nella gestione dell’igiene), può controllare il livello d’igiene orale domiciliare tenuta nei mesi precedenti ed eventualmente dare gli opportuni consigli per migliorarla e fornire le adeguate istruzioni d’igiene domiciliare, fondamentali per il controllo dell’insorgenza di molte patologie del cavo orale.

Perché curare la carie anche quando non fa male il dente?

Perché la cura di un processo carioso iniziale è decisamente più conservativo per l’elemento dentario. L’operatore deve intervenire in minore quantità di dente con un minor dispendio di tempo ed un costo più basso.

Perché curare la carie e non estrarre il dente cariato?

La cura della carie mediante otturazione e/o ricostruzione – nei casi più avanzati a volte preceduta da devitalizzazione – è fondamentale per preservare la funzione masticatoria e rimuovere o prevenire l’eventuale infezione, fonte di diffusione anche a distanza di processi infettivi e/o reumatici, con possibili complicanze sistemiche (renale, cardiaco, polmonare, articolare e oculare).

È consigliabile curare i denti da latte?

Sì, sempre che essi non stiano per cadere lasciando il posto ai corrispondenti denti definitivi, quindi nella fase terminale del riassorbimento delle radici dei denti decidui (da latte).

Perchè è necessario curare i denti da latte?

Nei bambini nel corso della crescita è importante mantenere inalterata la lunghezza e la forma delle arcate dentarie nell’attesa della permuta (cambio dei denti), in modo da permettere l’alloggiamento dei denti permanenti. La presenza del dente deciduo permette lo sviluppo del dente permanente corrispondente in arcata e di conseguenza dell’osso alveolare dei mascellari deputati ad accoglierlo.

A quale età portare i bambini dal dentista?

A 4-5 anni, in modo da permettere il progressivo avvicinamento all’ambiente odontoiatrico e rendere più facili le eventuali cure dentarie necessarie. A 6 anni, solitamente, si eseguono le sigillature con la comparsa dei denti definitivi. In presenza di carie precoci sui denti decidui (da latte) i bambini devono ovviamente rivolgersi al pedodontista indipendentemente dall’età, quindi anche prima dei 4 anni. Le cure potranno essere effettuate in anestesia locale se necessaria per i bambini collaboranti o in sedazione per quelli non collaboranti. Può anche succedere che alcune malocclusioni debbano essere trattate molto precocemente, con l’ortodonzia, ancora con solo i denti decidui (da latte) in sede, per cui è importante anche effettuare un controllo ortodontico.

Cosa fare se i denti da latte tardano a cadere?

Se il ritardo è simmetrico ed entro tempi accettabili di 1/2 anni si attende; se persiste o interessa 1 solo distretto si dovrà intervenire.

E’ possibile prevenire l’insorgenza della carie?

Una corretta igiene orale ed una buona igiene alimentare possono abbassare notevolmente il rischio d’insorgenza della patologia cariosa. Le periodiche visite di controllo dal dentista unitamente alle consigliate sedute d’igiene professionale permettono il controllo e la diagnosi precoce. In età pediatrica la sigillatura dei solchi occlusali dei molari e dei premolari appena erotti si è mostrata estremamente utile per la prevenzione della carie.

Se hai la necessità di sottoporti a una seduta di igiene orale professionale chiama lo 049/ 723413 oppure scrivi a info@centromedicovesalio.it. Il nostro centro medico è altamente specializzato in igiene dentale e in grado di studiare una soluzione su misura per ogni paziente.

Domande frequenti sull’endodonzia

Cosa si intende per Cura canalare?

É una cura che serve a rimuovere i residui organici e batterici dai canali situati nelle radici dentali. Alla pulizia del canale radicolare segue la preparazione e quindi il completo riempimento dello stesso con materiale inerte.

Quali effetti collaterali può avere la medicazione del canale?

Dopo una seduta con medicazione e/o chiusura del canale si può accusare dolenza localizzata o diffusa e sensibilità del dente alla compressione e masticazione per qualche giorno. É indicata eventualmente l’immediata assunzione di antidolorifico se consigliato dal medico.

Quali effetti collaterali invece può avere una chiusura definitiva del canale?

Dopo una seduta con chiusura definitiva del canale è possibile accusare dolore in corrispondenza del dente ed anche un leggero gonfiore. Questo è determinato dalla tecnica di chiusura dei canali che per ottenere un buon sigillo richiede una notevole pressione al loro interno con possibile fuoriuscita di materiale inerte. É indicata l’immediata assunzione di antidolorifico se consigliato dal medico, che va consultato.

Dopo la devitalizzazione quale comportamento dovrò attuare per l’alimentazione?

Se il dente non è completamente e definitivamente ricostruito è consigliabile evitare di usarlo nella masticazione. Il dente non ricostruito è più soggetto a frattura, quindi è necessario ricostruirlo e/o ricoprirlo al più presto. In generale è doveroso seguire una corretta igiene orale che includa l’uso dello spazzolino e del filo interdentale e regolari controlli con l’igiene professionale.

Qual è l’arco di vita di un dente devitalizzato?

Con dei buoni comportamenti la maggior parte dei denti devitalizzati ha lo stesso arco di vita degli altri denti naturali. In alcuni casi invece il dente devitalizzato può non guarire da un granuloma o da un’infezione, oppure il dolore persiste; spesso quando questo avviene il dente può essere recuperato ripetendo la devitalizzazione se è possibile oppure con l’apicectomia.

Cos’è l’Apicectomia?

È una tecnica chirurgica relativamente comune, nell’ambito della pratica odontoiatrica routinaria. Consiste nell’accedere alla regione apicale di una radice dentaria e tagliarla. È una procedura che mira a combattere un’infezione alla base della. L’apicectomia viene eseguita in anestesia locale.

Perché un dente già curato deve subire un altro intervento?

Questo può avvenire ad esempio per una carie profonda; un’otturazione infiltrata o non precisa, fissurata o rotta possono causare la necessità di una nuova. In alcuni casi si potrebbero scoprire restringimenti, deviazioni dei canali, nuovi canali non trattati od otturazioni canalari insufficienti che richiedono un re-intervento.

La devitalizzazione è adatta a tutti i denti?

Sì se necessaria. Tuttavia in rari casi capita che il dente non possa essere salvato. Questi casi possono essere:

  • la non accessibilità dei canali radicolari che risultano cementati
  • la presenza di una frattura nel dente;
  • un supporto osseo non adeguato;
  • l’impossibilità di ricostruirlo.

È dolorosa?

Il luogo comune che la devitalizzazione in assenza di adeguata anestesia sia dolorosa risale a decenni fa. Al giorno d’oggi, con le tecnologie moderne e il miglioramento delle procedure di anestesia, le devitalizzazioni non sono diverse dalle otturazioni. Conoscere a cosa si va incontro durante la devitalizzazione può aiutare a diminuire il timore per la cura.

Bisogna andare molte volte dal dentista?

Con la tecnologia e i materiali odierni la maggior parte degli interventi di devitalizzazione viene eseguita nel corso di una o al massimo due sedute ambulatoriali. Solo in presenza di infezioni importanti può essere consigliabile completare la devitalizzazione in più sedute onde “sterilizzare” la camera pulpare.

Se ho una capsula dovrò necessariamente devitalizzare il dente?

Molte persone credono che se si fa una capsula su un dente questo dovrà essere devitalizzato: in realtà no. Se per un dente già coperto dalla capsula è necessaria la devitalizzazione questo potrebbe essere dovuto a un ascesso oppure alla carie che ha colpito il dente sotto la capsula raggiungendo la polpa. A volte può essere necessaria la devitalizzazione perché la camera pulpare del dente è molto ampia e limandolo diventerebbe troppo sensibile o addirittura dolente.

La devitalizzazione è causa di malattie?

Non è provato che la devitalizzazione sia causa di malattie. È dimostrato invece che le persone che si sono fatte devitalizzare un dente non rischiano maggiori complicazioni rispetto a quelle che non hanno subito quest’intervento.

Durante la devitalizzazione vengono rimosse le radici del dente?

Quando viene eseguito un intervento di devitalizzazione si asporta la polpa all’interno del dente presente nella corona e all’interno delle radici che quindi non vengono rimosse.

Le donne incinte possono farsi devitalizzare i denti?

Le donne incinte possono e devono farsi devitalizzare i denti, in caso di necessità. E’ dimostrato scientificamente che la presenza di infezioni dentarie o di granulomi non trattati si associa a parti prematuri e a nascituri sottopeso. Se siete in gravidanza e sarà necessario eseguire una radiografia si userà una protezione di piombo per salvaguardare la salute del vostro bambino. Gli anestetici usati sono sicuri e possono essere utilizzati anche per le donne in gravidanza. È importante che la paziente rammenti sempre la sua situazione al dentista prima di fare qualsiasi prestazione.

Se il dente non fa male è necessario devitalizzarlo ugualmente?

Il dente viene devitalizzato se c’è l’indicazione per farlo, indipendentemente dalla presenza del dolore. Siamo in grado di riconoscere se la polpa di un dente è infetta, danneggiata o se la carie è molto prossima alla polpa dentaria così da consigliare la devitalizzazione.

Meglio l’estrazione o la devitalizzazione?

Conservare i denti naturali più a lungo possibile è molto importante per una masticazione corretta. Per rimediare alla caduta dei denti ci sono varie possibilità, come ad esempio: le protesi fisse o mobili e gli impianti dentali, queste alternative tuttavia vanno utilizzate solo quando mantenere e curare il dente non è più consigliabile.

Quali sono i rimedi per la sensibilità freddo/caldo?

Se questi disturbi sono su denti normali si applicano dei gel “isolanti”. Nei casi di persistenza della sensibilità e/o di dolore a sensibilità elevata, si può arrivare alla devitalizzazione dell’elemento dentario.

Come intervenire quando la devitalizzazione non è efficace?

I progressi nel campo dell’endodonzia hanno reso possibile salvare denti che fino a pochi anni fa sarebbero stati irrimediabilmente persi. Tuttavia quando le devitalizzazioni non sono efficaci il dente potrebbe essere salvato grazie alla chirurgia endodontica con l’apicectomia.

Se pensi di dover devitalizzare un dente, contattaci allo 049723413 oppure scrivi a info@centromedicovesalio.it per fissare un appuntamento. Prendersi cura dei propri denti è fondamentale per lo stato di salute di tutto il nostro organismo.

Domande frequenti sulla protesi fissa

Cos’è una Protesi fissa?

È un dispositivo medico su misura non rimovibile dal paziente. Si fissa ai denti o agli impianti mediante diversi sistemi di fissazione (cemento, viti, etc) ed è realizzata sulla base della prescrizione formulata per iscritto dallo studio dentistico.

Qual è la sua funzione?

Ha la funzione di proteggere gli elementi dentali rinforzando la corona e/o di sostituire i denti mancanti, appoggiandosi a pilastri detti monconi. Questi possono essere denti o impianti.

Quali sono le buone regole per l’alimentazione con una protesi fissa provvisoria?

La protesi fissa provvisoria è adattata ad una funzione masticatoria delicata, la cementazione provvisoria che permette una rimozione comoda durante le cure. È meglio evitare di masticare cibi troppo appiccicosi o particolarmente duri, gomme da masticare, caramelle gommose, ecc. Nel caso in cui la protesi si staccasse e non si abbia la possibilità di farla ricementare a breve non è consigliabile tenerla in bocca durante la masticazione e la notte, per evitare il rischio di ingoiarla.

E quali invece con una protesi fissa definitiva?

Una volta consegnata la protesi fissa definitiva il paziente dovrebbe essere in grado di mangiare i diversi alimenti: la protesi fissa infatti è progettata per recuperare la funzione masticatoria. Raccomandiamo soltanto di evitare cibi particolarmente duri o traumi violenti (schiacciare noci o torrone duro, spezzare oggetti).

Come curare i denti?

Spazzolandoli tre volte al giorno, dopo ogni pasto o spuntino, seguendo le buone regole per la pulizia. Utilizzare il filo interdentale per protesi fissa (Superfloss, ImplantFloss etc.) almeno una volta al giorno. In presenza di una protesi fissa composta da più elementi dentari è impossibile usare il filo interdentale generico. Il mancato uso del filo per protesi fissa, o se indicato, dello scovolino, potrà comportare infiammazione gengivale e modifiche al risultato estetico.

Ogni quanto tempo è consigliata una visita di controllo?

Ogni quattro/sei mesi. In alcuni casi il manufatto è stato fissato con un cemento temporaneo per permetterci, in occasione della visita di controllo, di staccarlo per la verifica dello stato dei monconi e quindi di riattaccarlo, ma questo solo per un periodo limitato di tempo. Sugli elementi naturali, per conservarli il più a lungo possibile, è opportuno usare cementi definitivi.

È davvero importante rimettere un dente estratto? Ci possono essere delle conseguenze se non lo faccio?

La perdita di un elemento dentario, se non compensata, provoca nel tempo dei problemi. Questi consistono soprattutto nello spostamento dei denti vicini: più raramente “avanti” al dente perduto si potrà spostare indietro, e frequentemente quello “indietro” in avanti. Contemporaneamente il dente corrispondente nell’arcata antagonista tenderà ad estrudersi, cioè ad “allungarsi” fuori della sua sede per la mancanza di uno stop. In pratica l’organismo tenderà a richiudere lo spazio che si è venuto a creare, ma in modo non corretto favorendo lo spostamento dei denti.

Quanto tempo posso aspettare prima di mettere un dente in sostituzione?

Aspettare molto tempo significa non avere più uno spazio a disposizione per poter riposizionare un dente in sostituzione. Oltre alla perdita di funzionalità del dente corrispondente, antagonista, cosa decisamente più grave è l’alterazione dell’equilibrio occlusale con ripercussioni anche extraorali a livello dell’articolazione temporo-mandibolare. Nel tempo poi queste possono interessare anche la colonna vertebrale, le orecchie, gli occhi, la postura.

È meglio sostituire i denti con l’implantologia o con il metodo tradizionale del ponte?

Quando è possibile è meglio ricorrere all’implantologia. Essa permette di non rimpicciolire, limandoli, i denti vicini come invece è necessario nel caso della preparazione di un ponte. Pur essendo una tecnica chirurgica è decisamente più conservativa in quanto salvaguardia gli elementi dentari.

È vero che con il metodo tradizionale del ponte i costi sono inferiori?

I costi più alti dell’implantologia sono compensati da un solo elemento protesico. Nel caso del ponte tradizionale si ha il risparmio relativo all’impianto ma gli elementi protesici sono 3: l’elemento mancante e i due denti pilastro. Nel caso del ponte tradizionale bisogna aggiungere anche i costi biologici legati alla preparazione dei denti contigui.

Se ho una capsula dovrò necessariamente devitalizzare il dente?

Molte persone credono che se si ha una capsula su un dente alla fine il dente dovrà essere devitalizzato: in realtà le capsule non determinano quest’effetto. Se per un dente già coperto dalla capsula è necessaria la devitalizzazione, può essere perché la carie ha colpito il dente sotto la capsula.

Chiama lo 049/ 723413 oppure scrivi a info@centromedicovesalio.it. Il nostro centro medico è altamente specializzato in Implantologia Dentale ed è in grado di studiare una soluzione su misura per ogni paziente.

Domande frequenti sulla protesi mobile

Cos’è una Protesi mobile?

Qualora non si possa ricorrere all’implantologia la soluzione da attuare è una protesi mobile o rimovibile. La protesi è un elemento atto a sostituire una parte dell’arcata dentale o la sua interezza. A differenza della protesi fissa (faccette, corone, ponti), la protesi mobile necessita della quotidiana rimozione per l’igiene.

Quanti tipi ci sono di protesi mobili?

Sono diversi, per citarne alcuni: parziale, totale, combinata, overdenture.

La protesi mobile deve essere portata sempre?

Se possibile sì ed in caso di disturbi e/o fastidi può essere modificata dal dentista.

In cosa consiste la protesi mobile parziale?

Detta anche scheletrato, sostituisce parte dei denti, in quanto alcuni risultano ancora presenti. Sono proprio i denti sani a rendere stabile la protesi scheletrata, fungendo da ancoraggio. La protesi appoggerà sulla gengiva e verrà fissata ai denti naturali del paziente grazie a ganci o attacchi metallici, idonei per garantire la massima stabilità.

Qual è la principale differenza tra i ganci e gli attacchi metallici?

Mentre i ganci sono una soluzione più semplice ed economica ma non sempre in grado di garantire una resa estetica, soprattutto nei casi in cui la protesi vada stabilizzata nella parte anteriore dell’arcata dentale – in quanto visibili –, gli attacchi invece garantiscono una resa estetica migliore e una maggiore stabilità della protesi. È necessario in questi casi procedere preventivamente all’incapsulamento dei denti di appoggio degli attacchi.

In cosa consiste la protesi mobile totale o dentiera?

La protesi mobile totale è utilizzata in caso di mancanza della totalità dei denti. Questo tipo di protesi appoggia solamente sulle mucose del paziente e viene comunemente chiamata dentiera. Materiali innovativi e maggiore attenzione estetica consentono attualmente buoni risultati sia sotto l’aspetto estetico che funzionale – se le condizioni ossee e gengivali lo permettono. È un tipo di protesi che richiede un’attenta cura e manutenzione quotidiana: è necessario pulirla accuratamente dopo i pasti con spazzolino e detergente apposito, ed è inoltre consigliabile igienizzarla con prodotti specifici per evitare la contaminazione batterica. In tutte le fasi di pulizia bisogna prestare particolare attenzione a non danneggiare la protesi.

Qual è il meccanismo che ne garantisce il fissaggio?

Un lavoro fatto a regola d’arte permette il fissaggio della dentiera solo grazie ad un “effetto ventosa”, studiato sulla conformazione della bocca del paziente, più frequente da ottenere in arcata superiore rispetto all’inferiore.

Quali sono i difetti di una protesi mobile totale?

Il difetto principale è un’efficacia masticatoria minore rispetto ad altre soluzioni e la necessità di modifiche periodiche da parte del dentista mediante ribasature per adeguarsi al graduale riassorbimento osseo. La protesi mobile rappresenta una soluzione non complessa per ristabilire le funzioni masticatorie del paziente.

In cosa consiste una protesi mobile combinata?

È una tipologia di protesi che pur essendo rimovibile viene comunque fissata tramite dispositivi di ancoraggio a denti o impianti. Il vantaggio di questo tipo di protesi è che la forza masticatoria viene scaricata sui denti residui o sugli impianti ed è più stabile della protesi mobile.

Quali sono le principali caratteristiche di una protesi mobile overdenture?

È un tipo di protesi a supporto delle radici dentarie, o su impianti. Dopo la devitalizzazione dei denti residui è necessario applicare sulle radici degli attacchi sui quali la protesi si blocca.

Di quali materiali è fatta una protesi?

La protesi è realizzata in diversi materiali: resina, compositi o ceramica. La resina ha colori molto simili a quelli dei denti naturali e viene spesso usata per le protesi provvisorie, in attesa dell’apposizione della protesi definitiva. La ceramica è il materiale ideale per le protesi per le sue caratteristiche funzionali ed estetiche che la rendono simile ai denti naturali: compatta, dura, trasparente, levigata, è molto simile a denti naturali, in modo che non si noti assolutamente la differenza. I compositi permettono un’estetica simile alla ceramica ma rispetto a questa hanno un’usura superiore.

L’aspetto del viso cambierà dopo aver fatto una protesi dentarie?

Le labbra e le guance hanno con la protesi un migliore sostegno, migliorando l’aspetto delle vostre labbra, del vostro volto e del profilo. Può inoltre facilitare i rapporti sociali, grazie al sorriso che la protesi rende possibile.

Quanto tempo passerà per abituarmi alla protesi?

Ci si abitua ad una nuova protesi in poche settimane, inizialmente si potrà avere la sensazione di avere una bocca piena – se mancavano da tempo alcuni elementi dentari – e ci potrebbe essere un incremento della salivazione.

Qual è l’alimentazione corretta per abituarsi a mangiare con la nuova protesi mobile?

Per abituarsi a mangiare è bene se si incontrano difficoltà cominciare con una dieta morbida introducendo poco alla volta cibi di facile assimilazione e tagliati in piccoli pezzi. È raccomandato quando si mastica utilizzare tutte e due le parti della protesi, come pure non usare i denti incisivi per tagliare i cibi (pane, frutta, ecc.). È sconsigliato mangiare cibi duri.

Quale esercizio posso fare per abituarmi a parlare con la nuova protesi?

Possiamo dare alcuni consigli per abituarsi a parlare con la protesi, ovviamente ognuno di voi potrà avere maggiori risultati provando con altri metodi che ritiene più adatti a sé: leggere ad alta voce, pronunciare parole difficili, parlare più lentamente. È consigliato provare davanti a uno specchio. Provate a ridere. In presenza di instabilità non prevista della protesi avvisate il vostro dentista che provvederà a stabilizzarla.

Perchè anche con una dentiera perfettamente modellata si può avvertire una sensazione di instabilità?

Può succedere specialmente durante i primi tempi di utilizzo della protesi nuova o ribasata, come conseguenza del fatto che i muscoli della bocca non sono abituati a questo corpo estraneo e la lingua agisce come una leva per controllarne la stabilità. In questo caso l’uso di pasta adesiva vi aiuterà e vi permetterà di mangiare senza temere situazioni imbarazzanti.

Il cibo si può infiltrare tra la dentiera e la gengiva?

No, se avete una dentiera aderente alla gengiva. Una ribasatura (per ristabilire il perfetto contatto di tutta la superficie della dentiera con la mucosa) può risolvere il problema se presente. L’uso di un adesivo può migliorare l’aderenza, evitando che i residui di cibo si infiltrino negli spazi vuoti, creino problemi di alitosi e traumatizzino i tessuti. Con il passare del tempo è normale che si creino spazi vuoti tra protesi e gengiva dovuti al naturale ritirarsi dei tessuti ossei e gengivali per la pressione della protesi. E’ opportuno eseguire controlli routinari per evitare disturbi da protesi mobili e fare ribasature quando consigliato.

Come si pulisce una dentiera dopo aver usato un adesivo insolubile?

La semplice acqua non sempre è sufficiente a garantire una perfetta pulizia. In particolare con gli adesivi insolubili è utile usare le compresse detergenti perché studiate per sciogliere i residui di pasta adesiva.

Come faccio ad avere una dentiera sempre come nuova?

L’igiene della protesi e delle mucose è assolutamente importante anche in presenza di protesi mobile e vi preserverà da fastidiose infiammazioni.

Domande frequenti sullo sbiancamento

Quali sono i fattori che influenzano il colore dei denti?

Un bel sorriso balza subito all’occhio. Ma è bene essere consapevoli che il colore dei denti è un fattore genetico e alcuni hanno il vantaggio di possedere denti bianchi naturalmente. Molti fattori incidono sul colore naturale: igiene, fumo, bevande o alimenti che macchiano i denti (tè e caffè in primis), alcuni antibiotici e l’invecchiamento fisiologico.

Quali sono i fattori interni che danno al dente una colorazione scura?

Sono fattori che agiscono durante la formazione del dente, in pratica i denti “si formano già macchiati”. Questi fattori possono essere l’uso di tetracicline (una famiglia degli antibiotici) durante l’infanzia e soprattutto da parte della madre in gravidanza, che dà ai denti una colorazione scura a bande orizzontali; l’eccesso di fluoro assunto durante l’epoca di formazione dei denti, che causa la fluorosi, cioè una colorazione dei denti “marmorea” che dal bianco latte tende con l’età a virare verso il rossastro, eccezionale nel nostro paese; anomalie congenite nella formazione dello smalto o della dentina che prendono il nome rispettivamente di amelogenesi e dentinogenesi imperfetta; traumi o terapie canalari scorrette possono determinare pigmentazione dentale.

Sono efficaci le soluzioni per lo sbiancamento acquistabili in farmacia?

Lo sbiancamento dentale è una soluzione per “schiarire i denti”. Bisogna prestare però molta attenzione. Gran parte dei metodi “fai da te” possono essere non solo inutili, ma anche dannosi per la salute dello smalto dei denti. Per quanto riguarda le soluzioni disponibili in farmacia, sono sicuramente più controllate ma non sempre sono efficaci. Per funzionare correttamente devono essere applicate su denti perfettamente puliti e asciutti, condizione ottenibile solo presso uno studio dentistico. Inoltre i principi attivi presenti in questo genere di articoli sono più blandi rispetto ai prodotti professionali. Infine, se una persona ha qualche carie, otturazioni di lunga data o problemi gengivali, rischia di incorrere in effetti collaterali, che invece verrebbero evitati con la supervisione di un dentista.

In cosa si differenzia uno sbiancamento dentale professionale?

Per avere un risultato ottimale e al contempo sicuro la soluzione migliore è affidarsi a un programma di sbiancamento dentale professionale. La tecnica più diffusa è quella che utilizza il perossido di idrogeno in diverse percentuali.

Come si svolge una seduta di sbiancamento professionale?

È necessario prima effettuare una seduta di igiene con controllo della salute del cavo orale: solo così il dentista potrà verificare che non ci siano controindicazioni (carie, otturazioni, eccessiva sensibilità dentale, gengiviti). Durante la seduta di sbiancamento il dentista provvederà a proteggere le gengive ed applicherà sui denti del paziente un gel contenente perossido di idrogeno che agirà per 15 minuti. Il gel verrà poi aspirato e riapplicato per altri 2 cicli da 15 minuti. Alla fine, il dentista eliminerà ogni residuo del gel.

L’uso del perossido di Idrogeno durante lo sbiancamento può danneggiare lo smalto dei denti?

Nella concentrazione giusta il gel sarà in grado di esercitare la sua azione senza intaccare lo smalto. Se effettuato in studio medico con esperienza, e con medici specializzati, materiali e strumentazione adeguata, questo trattamento è altamente sicuro e senza il rischio di rovinare i denti.

Quante sedute sono necessarie?

Una o al massimo due sedute sono sufficienti per ottenere uno sbiancamento efficace. Una seduta di sbiancamento dentale ha una durata media di 1 ora e 15 minuti.

Quanto può durare l’effetto di uno sbiancamento dentale?

L’effetto ottenuto può durare anche 2 o 3 anni, qualora il paziente si attenga a un’igiene scrupolosa, si sottoponga a una pulizia dentale regolare ed eviti il più possibile sostanze in grado di macchiare i denti. Chi non riesce ad attuare queste buone norme potrà mantenere la condizione dello sbiancamento per meno tempo.

È possibile sbiancare dei denti devitalizzati?

Sì, è possibile sbiancare i denti devitalizzati con una tecnica di sbiancamento interno del dente. È bene sapere che lo sbiancamento esterno è efficace solo su denti naturali, quindi sono escluse otturazioni, corone e capsule, e non ha nessun effetto sui denti devitalizzati.

Lo sbiancamento è doloroso?

No. Alcuni pazienti avvertono una sensibilità momentanea, che solitamente rientra nel giro di pochi giorni. In tal caso, è bene evitare cibi e bevande freddi e caldi.

Quali sono le regole da seguire subito dopo lo sbiancamento?

Il paziente dovrà evitare di fumare e non assumere cibi e bevande pigmentati per almeno 48 ore dall’intervento. Tutte le norme da rispettare saranno comunicate dal dentista dopo lo sbiancamento.

Quali sono gli alimenti da evitare dopo lo sbiancamento dentale?

Bisogna fare attenzione a caffè, the, vino rosso, coca cola, succhi di frutta colorati, cioccolato, liquirizia, alimenti con coloranti (ghiaccioli, caramelle), salsa di soia, curry, aceto balsamico, pomodoro e salse a base di pomodoro, alcuni tipi di frutta e verdura come barbabietole, ciliegie e frutti di bosco.

Quanto si sbiancano i denti?

La tecnica sbiancante utilizzata più frequentemente (gel sbiancante) sbianca fino ad un massimo di 9 gradi di tonalità. Naturalmente ogni tipo di dente reagisce in maniera diversa. In generale il miglioramento si attesta sui 6 – 7 gradi di tonalità. In caso di denti severamente “ingialliti” è possibile che siano necessarie più di una seduta (2 – 3 sedute). Ovviamente il dente mantiene le sue caratteristiche cromatiche con un gradiente che dalla gengiva va verso il margine incisale.

Come si svolge la seduta di sbiancamento professionale?

Il paziente prima della seduta di sbiancamento deve avere effettuato l’igiene orale professionale. Viene applicato una sorta di “apri-bocca” per riparare labbra e tessuti periorali dal contatto del gel a base di perossido di idrogeno. A protezione della gengiva si applica una diga liquida ovvero un gel che solidifica con la fotopolimerizzazione. Si applica il gel sbiancante su tutta la superficie del dente. Solitamente i denti da trattare sono da 5 a 5 di entrambe le arcate. Il gel viene posizionato per 15 minuti poi aspirato e, senza risciacquare, riapplicato per altri 2 cicli della stessa durata del primo. Al termine del terzo ciclo si aspira e si risciacqua attentamente eliminando ogni residuo del prodotto sbiancante. Si procede quindi a togliere la diga con l’apri-bocca. Si congeda il paziente dandogli le istruzioni per le 48 ore seguenti e si programma un appuntamento dopo 15 giorni per controllare la tonalità ottenuta.

Altre domande frequenti

Ogni quanto tempo è necessario sostituire lo spazzolino?

È consigliato sostituire lo spazzolino ogni due mesi. Uno spazzolino deve essere adeguato alle dimensioni della bocca, costituito da fibre sintetiche con la punta arrotondata e durezza media. Ricordati che un modo inappropriato di spazzolare i denti o l’utilizzo di uno spazzolino inadeguato può causare danni allo smalto e alla gengiva.

È importante l’uso del fluoro?

Certamente. Dosaggi adeguati di fluoro nella dieta garantiscono la formazione di uno smalto resistente all’attacco della carie. Il fluoro deve essere considerato un integratore alimentare e la sua assunzione deve essere iniziata prima della nascita dalle mamme durante la gravidanza e protratta dai bimbi fino alla comparsa dei denti permanenti.

Come mi devo comportare in caso di rottura di un dente?

Se subisci una grave rottura di un dente raccogli il dente od ogni suo frammento, immergilo in acqua fisiologica o latte e recati immediatamente dal tuo dentista; un intervento rapido è fondamentale nei traumi dentali.

Come proteggere i denti durante l’attività sportiva?

Se lo sport che stai praticando ti espone a urti violenti ricordati che con l’utilizzo di un paradenti puoi prevenire gran parte dei traumi che possono essere subiti dai tuoi denti nel corso dell’attività fisica.

Di cosa si compongono i bite gnatologici?

Solitamente in resina. Durante il trattamento gnatologico potrebbe essere necessario eseguire degli esercizi o dei trattamenti di fisioterapia associati.

Quali sono gli obiettivi di un trattamento gnatologico?

Gli obiettivi di un trattamento gnatologico sono la diminuzione o scomparsa del dolore articolare; il recupero dell’apertura della bocca; la diminuzione del dolore muscolare.

Cosa si intende per disordini temporo-mandibolari?

I disordini temporo-mandibolari sono patologie muscolo-scheletriche ed alcune di queste possono essere recidivanti o cronicizzate.

Quali sono i problemi di un trattamento gnatologico?

Un effetto collaterale del trattamento gnatologico è l’ingombro per la presenza dell’apparecchiatura, che specialmente nelle fasi iniziali della terapia può provocare disagi. Un’altra complicanza può derivare dalla pressione sulle guance e sulle labbra che può determinare fastidio più o meno intenso, che tende a scomparire dopo la fase di adattamento. È possibile infine avere allergie ai materiali utilizzati (resine, ecc.).

Quale terapia è consigliabile seguire in seguito alla estrazione degli ottavi?

Dopo l’intervento, e nei 4 giorni successivi, è consigliabile l’assunzione di un farmaco antibiotico o antinfiammatorio, antiedemigeno e antidolorifico. Nei 7 – 10 giorni successivi all’intervento, ma solo dopo le prime 24 ore, devono essere eseguiti 2/3 sciacqui al giorno, con Clorexidina allo 0,2%. Dopo una settimana di utilizzo del collutorio alla Clorexidina compaiono normalmente pigmentazioni brune sulla lingua e sui denti, che scompariranno alla sospensione del trattamento.

Quale comportamento è necessario assumere?

Durante le ore immediatamente successive all’intervento e comunque nelle prime 2 giornate successive è necessario evitare cibi caldi e solidi. L’applicazione della borsa del ghiaccio, in corrispondenza della sede chirurgica, per mezz’ora ogni ora durante la prima giornata è molto importante per controllare il gonfiore post-operatorio. Nei 7 giorni successivi all’intervento è sconsigliata l’attività fisica: le attività fisiche aumentano la circolazione ematica e favoriscono il gonfiore ed il sanguinamento post-operatorio.

Quali vizi è meglio evitare per una buona fase post estrazione?

Il fumo e l’assunzione di alcolici sono associati a maggiori difficoltà di guarigione dei tessuti e pertanto devono essere evitati o drasticamente ridotti almeno durante i 10 giorni successivi all’intervento. Il dolore, generalmente lieve e limitato alle poche ore successive all’intervento, viene agevolmente controllato dalla terapia infiammatoria prescritta. In alcuni casi è necessario ricorrere a farmaci antidolorifici puri. Non usare prodotti antidolorifici che contengano acido acetilsalicilico perché favoriscono il sanguinamento.

Quali consigli seguire in seguito a un intervento chirurgico ai denti?

È necessario prevenire l’emorragia evitando di sciacquare il cavo orale nella prima giornata. Evitare bevande e cibi caldi, alcolici e fumo, sforzi ed esercizi fisici eccessivi. Nelle prime 24 ore dall’intervento applicare del ghiaccio per ridurre al minimo la formazione dell’edema post-chirurgico. Dopo 24 ore dall’intervento iniziare a sciacquare il cavo orale con collutorio alla clorexidina allo 0,2% almeno 3/4 volte al giorno sino alla successiva visita di controllo. In alternativa o in assenza del collutorio è possibile utilizzare una soluzione salina: riempite un bicchiere di acqua calda e scioglieteci un cucchiaino di comune sale da cucina, lasciate raffreddare e quindi iniziate gli sciacqui.

In caso di emorragia come è bene comportarsi?

In caso di emorragia è necessario rimuovere eventuali coaguli presenti nel cavo orale applicando sul punto di sanguinamento un rotolino di garza sterile o un fazzoletto pulito, ed esercitare una pressione con le dita o con il morso; mantenere tale pressione per almeno 30 minuti e rimanere in piedi o seduti.

Se si avverte del dolore quali farmaci è possibile assumere?

È necessario evitare di assumere aspirina e farmaci antinfiammatori simili perché esercitano un’azione di inibizione della coagulazione e favoriscono l’insorgere delle emorragie. È bene invece assumere una compressa di paracetamolo; altri analgesici andranno assunti solo dopo aver consultato il medico. In caso di gonfiore è utile fare impacchi caldo-umidi ma solo dopo 72 ore dall’intervento.

Quali consigli seguire per un intervento in Sedazione?

È consigliabile affidare allo specialista gli esami richiesti almeno quindici giorni prima dell’intervento per eventuali integrazioni, se consigliate dai risultati. Per i pazienti che in vista dell’intervento andranno a variare terapie già in atto è consigliabile richiedere l’autorizzazione al medico specialista che le ha prescritte e avvisare delle stesse il dentista – è responsabilità del paziente seguire le istruzioni correttamente. La mattina dell’intervento fare colazione per evitare che durante la giornata si vada in ipoglicemia. In caso di anestesia generale bisogna osservare digiuno dalla mezzanotte del giorno precedente l’intervento. Fino alle due ore precedenti l’intervento è possibile comunque assumere i cosiddetti “liquidi chiari” come acqua zuccherata, tè, succhi di frutta etc. Non assumere latte. Post intervento il paziente potrà essere tenuto in osservazione fino al congedo del medico. È necessario organizzarsi per il rientro a casa accompagnati.

Contattaci
Per appuntamento o richiesta informazioni
Padova
DENTISTA
Poliambulatorio
Via Sorio, 12
049 723413
Venezia
DENTISTA
Sestiere Santa Croce, 498
041 5200495