La ricerca odontoiatrica nel settore dell’implantologia ha raggiunto livelli di sicurezza, affidabilità e predicibilità di successo tali da renderla una tecnica ottimale per le sostituzioni di elementi dentali in pazienti di qualsiasi età.
Il ricorso all’implantologia dentale permette la riabilitazione fissa dell’arcata dentaria, evitando i fastidi legati all’utilizzo di protesi mobili e con un risultato estetico conforme a quello naturale.
Implantologia a carico differito
La chirurgia implantare differita è suddivisa in due fasi:
- Posizionamento degli impianti
Un adeguato numero di impianti in titanio viene posizionato nelle zone edentule delle ossa mascellari. Dopo l’inserimento i tessuti gengivali vengono suturati in modo tale che gli impianti rimangano totalmente sommersi. In alcuni casi è possibile effettuare interventi mini-invasivi a cielo chiuso: senza incidere la gengiva, si praticano dei piccoli fori corrispondenti al posizionamento degli impianti (tecnica flapless), permettendo così di ridurre il traumatismo chirurgico dell’intervento.
- Preparazione alla fase protesica
Dopo il periodo di guarigione, che può variare dai 2 ai 6 mesi, gli impianti vengono esposti nel cavo orale con viti di guarigione in titanio che saranno poi sostituite dagli abutments, perni che fuoriescono dalla gengiva sui quali verranno cementate le corone di porcellana.
Implantologia a carico immediato
Si tratta di una tecnica implantologica che permette la riabilitazione immediata della masticazione del paziente.
Patologie parodontali come la piorrea o la frattura di elementi estetici possono rendere necessaria la sostituzione immediata di un dente singolo o di più elementi dentali: l’implantologia a carico immediato permette al paziente di uscire dal nostro studio con il sorriso riabilitato, sia a livello funzionale che a livello estetico, già entro le 24-36 ore dall’intervento.
Per questo tipo di riabilitazioni si utilizza la tecnica all on four o all on six. Lo specialista deciderà di posizionare in siti ossei strategici 4 o 6 impianti a seconda della qualità e quantità ossea, senza che ciò vada ad incidere sulla percezione del paziente.
La ricostruzione ossea
La rigenerazione ossea si rende necessaria quando la quantità di osso preesistente non è completamente idonea a garantire una stabilità ottimale degli impianti.
Può essere eseguita:
- in una fase unica durante lo stesso intervento implantologico, se la quantità di osso preesistente è sufficiente per dare agli impianti stessi una stabilità primaria;
- in doppia fase, quando la quantità di osso preesistente è talmente esigua da impedire l’immediato posizionamento degli impianti: si avrà allora un primo intervento di rigenerazione delle atrofie dell’osso e dopo 4-6 mesi il posizionamento degli impianti.
Le tecniche di rigenerazione ossea prevedono l’uso di osso autologo e bio-materiale, che isolano il sito da rigenerare permettendo alle cellule dell’osso di colonizzarne lo spazio.
Le percentuali di successo
L’osteointegrazione degli impianti si verifica nella stragrande maggioranza dei casi: studi internazionali basati sulla valutazione di oltre 1.200.000 impianti posizionati in 350.000 pazienti seguiti per un periodo di oltre 25 anni, hanno fornito per ogni singolo impianto percentuali medie di successo superiori al 98%. La percentuale varia nel caso di pazienti fumatori, per i quali le possibilità si attestano all’80-85%.